
Devo ammettere che mi è piaciuto, soprattutto perché ha saputo spiazzarmi in un determinato punto e anche perché, avendo approfondito di recente degli studi sulla psicologia e sul comportamento, ho ritrovato molti punti in comune con la psicanalisi.
Innanzitutto si scopre che Morgan, dopo la presunta scomparsa della moglie Lisbeth, ha avuto un'altra donna, la poliziotta co-protagonista della prima sequenza dell'albo. I due poi si lasciano perché lei si rende conto di essere solo un rimpiazzo, un simulacro di Lisbeth, una idealizzazione di colei che è stata persa.

Nel caso di Damon, però, c'è tutto un trauma legato alla morte di persone innocenti, alla violenza perpetrata dalla madre che per forza di cose finisce per deviarlo.
Morgan dà la caccia al serial killer del mese senza sapere che non è altri che Damon, il medico che ha operato la poliziotta ex-compagna ferita a inizio albo, addirittura si avvicinerà quasi a smascherarlo verso il finale, ma... non ve lo dico. Bisogna leggere questo albo.
Finalmente Chiaverotti mi regala una storia di Morgan Lost degna di essere letta e con un passaggio nel fantastico-onirico-psicologico che mi ha lasciato qualcosa.
Disegni di Max Bertolini superlativi, a cui bisogna aggiungere che, nonostante finora il tratto dei disegnatori sia stato uniformato (un po' come è stato per la bella miniserie Lukas di Michele Medda), i due albi disegnati da lui risultano pienamente riconoscibili.