Soggetto: Alessandro Bilotta
Sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Matteo Mosca
Colori: Francesca Piscitelli
Copertina: Manuele Fior
Chi è Mercurio Loi? Uno storico, un ficcanaso, un semplice perdigiorno? Quello che conta è che il suo acerrimo nemico, Tarcisio, è tornato ancora una volta. Riprende la sfida eterna a colpi di inganni, intelligenza e bastone. Mercurio Loi indossa il mantello ed esce insieme al suo assistente Ottone per le misteriose strade di una Roma dell'Ottocento in cui il papa è re e le notti sono rese ancora più spettrali da un rigido coprifuoco.
Ecco il nuovo nato di casa Bonelli.
Dalla penna di Alessandro Bilotta nasce un nuovo personaggio che spero potrà ritagliarsi il proprio spazio fra la sterminata scelta in edicola.
Ma chi è Mercurio Loi?
Prima di tutto l'epoca, siamo attorno al 1826 a Roma, il Papa regna sovrano e col pugno di ferro e nel sottomondo urbano, dopo il coprifuoco imposto, fioriscono società segrete quali la Carboneria. Mercurio Loi è un professore universitario di storia, dall'acume molto sviluppato e che è alla costante ricerca di sfide che mettano alla prova il suo ingegno. Di notte, insieme al non proprio fido assistente Ottone de Angelis, sfida il coprifuoco e si avventura fra le strade di Roma in cerca di qualcosa di indefinito, se non l'avventura pura.
In questo primo numero ufficiale, Mercurio Loi ha uno scontro prolungato con un suo ex-assistente, tale Tarcisio Spada, il quale vuole prevalere sul proprio maestro a livello intellettivo e ne prova di tutte. Per chi ha avuto la fortuna di leggere il numero 28 della collana Le Storie, sempre edito da Sergio Bonelli Editore, di certo ricorderà i personaggi finora citati e il precedente scontro che praticamente si risolve in questo primo numero.
Cosa curiosa, anche dal punto di vista commerciale, è l'aspetto del protagonista. Non è il classico belloccio affascinante e dall'occhio languido a cui il fumetto ha abituato, Mercurio Loi è un uomo tendenzialmente brutto, dall'aspetto quasi scimmiesco forse per colpa delle orecchie che sembrano a sventola e per una capigliatura non proprio da latin lover. Ma, come recita l'autore, compensa con il suo superpotere: l'intelletto. Perché sì, alla fine Mercurio Loi può ricordare il modello di riferimento obbligato quando si parla di sfide cervellotiche, cioè Sherlock Holmes, così come rispettivamente la nemesi Tarcisio Spada può richiamare non troppo vagamente la figura di Moriarty.
Mercurio Loi fa parte a sua volta di una società segreta, detta Sciarade, il cui vero scopo non l'ho ancora afferrato, ma mi pare di capire che raccolga le menti indipendenti migliori della città. Poi, per contrasto, c'è la Carboneria di cui fa parte l'assistente Ottone, una frangia più estremista e violenta che cerca di destabilizzare il potere del pontefice.
Ma la cosa che più mi ha affascinato è l'ambientazione.
Premettendo che la serie sarà presentata a colori, diversamente dal numero 28 de Le Storie, nel primo numero ho fatto la conoscenza di una Roma inedita, dalle viuzze appena illuminate dalla luce lunare fino ai luoghi simbolo dell'Urbe, da Castel Sant'Angelo alle varie piazze. Il colore, poi, leggendo qua e là in giro ho trovato pareri discordanti: c'è chi non apprezza la resa grafica e chi invece sì, io sono tra questi ultimi. Non sono un esperto né altro, però l'impressione a pelle è molto piacevole ed è sicuramente preferibile alla colorazione piatta, per esempio, delle varie testate storiche a colori.
Comunque ci viene presentato un 1800 italiano, e non il solito 1800 londinese visto e stravisto, che è sconosciuto ai più, a me per primo, quindi almeno per me storia dopo storia il fattore novità sarà molto forte.
Per le copertine, invece, il giudizio è rimandato di molto.
A molti non è piaciuto lo stile adottato da Manuele Fior, e neanche me garbava più di tanto dalle anteprima ufficiali online. Eppure, alla prova del nove, con l'albo fra le mani, devo ammettere che tanto male non è. La sensazione è strana e non so ben spiegarlo, però toccare la copertina con mano mi dà una buona sensazione, di certo contraria al posticcio che provavo prima di comprare l'albo.
I disegni di questo albo, così come per il precedente de Le Storie, sono di Matteo Mosca e qui non ho nulla da dire. Un bel tratto, la città è permeata di atmosfera e il colore, come detto prima, dà il giusto spessore al tutto. Certo, avrei preferito una colorazione in stile vedutismo ottocentesco, ma è chiedere troppo.
Per i dialoghi devo dire che Bilotta è ormai una garanzia. Attraverso queste poche pagine ogni personaggio presentato sembra già possedere una voce propria ed autonoma e, complice anche il disegno, già il lettore può distinguere immediatamente i caratteri di ognuno. Niente male.
E poi è promettente, basti leggere sul sito dell'editore la pagina dedicata agli avversari: LINK
Per chi si vuole fare un'idea di massima, sempre sul sito è disponibile una breve anteprima del numero 1 accompagnata da alcuni schizzi sui personaggi, molto interessante: LINK PDF NUMERO 0.
La nota dolente è il prezzo: 4,90€ mensili. Certo, non ammazzano nessuno, però se sommati ad altre testate che uno prende, io per primo ne seguo pure tante, fanno sentire il proprio peso. Comunque primo numero niente male, non ricordavo un numero uno così coinvolgente dall'esordio di Mister No o di Nathan Never, quindi bene così e al prossimo numero.
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