Quattordicesimo albo per Adam Wild.
Letto un po' in ritardo (ho avuto una settimana impegnatissima), espongo brevemente i miei pensieri.
Si continua dall'albo precedente, quindi siamo ancora a Londra, con i nostri protagonisti ognuno alle prese con i propri problemi, sia vecchi che nuovi. Le foto che ritraggono Amina vengono distrutte da un uomo misterioso in un incendio nello zoo, stesso incendio dove muore l'artefice di tali foto, quel fotografo dello zoo che nell'albo precedente e in questo ha cercato di vendere l'esclusiva al miglior offerente. Nella fuga, l'assassino libera una tigre bianca che semina il panico nel parco naturale. A parte questo mini-riassunto delle prime pagine, c'è una bella evoluzione dei personaggi. Partiamo da Manning senior, introdotto nello scorso albo, che ribalta la situazione e mette in castigo il figlio. Nel frattempo si sbarazza anche del corpo del maggiordomo ucciso proprio da lui in un momento di estrema rabbia. Verrà poi gabbato dal nostro conte italiano.
Poi c'è il conte Narciso Molfetta, appunto, che, per dimostrare di non essere l'assassino del fotografo, porta il giornalista accusatore in un bordello le cui "masseuse" ne confermano l'alibi. Il conte, che nello scorso albo si era definito fieramente casto e illibato, qui dimostra che ha ceduto al richiamo della carne (che si sa. è debole). Molto particolare, questo fatto, perché assomiglia molto a certi scandali usciti di recente dal Vaticano. Infine abbiamo Amina, ancora una volta una donna forte, orgogliosa, che assieme ad Adam affronta la tigre prima citata, uccidendola. Quasi come se la tigre fosse il simbolo dell'incrinatura del loro rapporto, che a Londra si era inzuppato malamente di segreti da parte di entrambi. Senza dimenticarla, sempre Amina, a colloquio con la regina Vittoria nelle pagine finali dell'albo, chiedendo a quest'ultima di abolire gli zoo umani, e fra le due si intravede anche una certa complicità tutta femminile. Infine c'è Adam, alle prese con gli interessi economici (e di facciata) della Royal Geographical Society. Tuttavia si partirà alla ricerca della città perduta accennata nell'albo precedente, ma allo stesso tempo si apre lo scenario storico della guerra boera. Particolarità grafica dell'albo è la divisione fra tre disegnatori diversi, questo perché Perovic non è riuscito a finire nei tempi e quindi sono intervenuti due altrettanto validi artisti del fumetto. Risultato interessante.
La nota stonata, almeno per me, rimane la copertina. Forse c'è qualcosa di strano nella posa della tigre e nella prospettiva, ma è anche la colorazione digitale che non mi convince.
Si dice in giro che Adam Wild (fumetto) terminerà col numero 26. Non c'è ancora l'ufficialità della notizia, ma vorrei tanto che rimanesse solo una voce di corridoio.
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