Un parere più esaustivo sulla storia d'esordio di Morgan Lost, raccontata negli albi 1 e 2.
Cosa mi è piaciuto:
L'ambientazione: come scritto un mese fa, mi ritrovo in una sorta di Gotham city, palazzoni alti accompagnati da queste statue enormi e di ispirazione egizia, stessa ispirazione presente in altri elementi architettonici. Una notte perenne e piovosa che avvolge la quotidianità. Il tutto si svolge in una sorta di versione alternativa degli anni '50, una ucronia in cui Hitler è stato assassinato nel '39 e Albert Einstein è uno scrittore di fantascienza.
Bianco/nero/rosso: il Bonelli classico è in bianco e nero, a parte numeri speciali e la serie Orfani. Morgan Lost aggiunge un terzo colore, il rosso, questo perché il protagonista è daltonico e vede il mondo attraverso queste tre tonalità. Devo ammettere che nelle tavole di anteprima sia sul sito Bonelli che in altri lidi, ben prima della pubblicazione, l'effetto dato non mi piaceva affatto, però su carta stampata è tutta un'altra cosa, decisamente piacevole. Il rosso va ad evidenziare certi particolari chiave nella vignetta o comunque serve a focalizzare l'attenzione su più elementi.
Cosa mi è piaciuto:
L'ambientazione: come scritto un mese fa, mi ritrovo in una sorta di Gotham city, palazzoni alti accompagnati da queste statue enormi e di ispirazione egizia, stessa ispirazione presente in altri elementi architettonici. Una notte perenne e piovosa che avvolge la quotidianità. Il tutto si svolge in una sorta di versione alternativa degli anni '50, una ucronia in cui Hitler è stato assassinato nel '39 e Albert Einstein è uno scrittore di fantascienza.
Bianco/nero/rosso: il Bonelli classico è in bianco e nero, a parte numeri speciali e la serie Orfani. Morgan Lost aggiunge un terzo colore, il rosso, questo perché il protagonista è daltonico e vede il mondo attraverso queste tre tonalità. Devo ammettere che nelle tavole di anteprima sia sul sito Bonelli che in altri lidi, ben prima della pubblicazione, l'effetto dato non mi piaceva affatto, però su carta stampata è tutta un'altra cosa, decisamente piacevole. Il rosso va ad evidenziare certi particolari chiave nella vignetta o comunque serve a focalizzare l'attenzione su più elementi.
Disegni: per quello che si è visto finora, i disegni sono veramente notevoli. Soprattutto le copertine, decisamente ispirate e studiate ad hoc.
I riferimenti alla società di oggi: il mondo di Morgan Lost non è poi tanto diverso dal nostro, ci sono killer seriali che vengono adorati come stelle del cinema (e lo stesso accade, in maniera morbosa, anche da noi... basti pensare all'ironia dilagante sui social su Misseri, Bossetti, i vicini di Erba o i due marò). La gente comune lavora in spazi angusti, grigi, bui, è oberata dalla burocrazia. Una società i cui difetti sono accentuati al massimo e in cui, molto spesso, ci si può riconoscere. Molto apprezzato.
Cosa non mi è piaciuto:
Il linguaggio: sarà sicuramente una politica interna della Bonelli, però in Morgan Lost nessuno impreca. Morgan Lost stesso si fa scappare un "hell" dopo aver sbandato con l'auto. Non è una reazione troppo misurata? Ci sarebbe stato bene un "merda" o "cazzo".
Poi c'è la collega poliziotta che si ostina ad apostrofare Morgan Lost con l'appellativo "bell'uomo", che mi sembra qualcosa di molto forzato, innaturale. C'è un personaggio che dice "Senza i manicaretti non te lo impalmi il mammalucco, vuoi capirlo?" che, seppur siamo in una ucronia degli anni '50, mi pare abbastanza anacronistico. Non voglio dire che un personaggio, per essere credibile, debba per forza imprecare... Mister No e altri personaggi si lasciano andare al massimo in un sentito "all'inferno", però non risultano stucchevoli. Secondo me si potrebbe e si dovrebbe osare di più.
I riferimenti alla società di oggi: il mondo di Morgan Lost non è poi tanto diverso dal nostro, ci sono killer seriali che vengono adorati come stelle del cinema (e lo stesso accade, in maniera morbosa, anche da noi... basti pensare all'ironia dilagante sui social su Misseri, Bossetti, i vicini di Erba o i due marò). La gente comune lavora in spazi angusti, grigi, bui, è oberata dalla burocrazia. Una società i cui difetti sono accentuati al massimo e in cui, molto spesso, ci si può riconoscere. Molto apprezzato.
Cosa non mi è piaciuto:
Il linguaggio: sarà sicuramente una politica interna della Bonelli, però in Morgan Lost nessuno impreca. Morgan Lost stesso si fa scappare un "hell" dopo aver sbandato con l'auto. Non è una reazione troppo misurata? Ci sarebbe stato bene un "merda" o "cazzo".
Poi c'è la collega poliziotta che si ostina ad apostrofare Morgan Lost con l'appellativo "bell'uomo", che mi sembra qualcosa di molto forzato, innaturale. C'è un personaggio che dice "Senza i manicaretti non te lo impalmi il mammalucco, vuoi capirlo?" che, seppur siamo in una ucronia degli anni '50, mi pare abbastanza anacronistico. Non voglio dire che un personaggio, per essere credibile, debba per forza imprecare... Mister No e altri personaggi si lasciano andare al massimo in un sentito "all'inferno", però non risultano stucchevoli. Secondo me si potrebbe e si dovrebbe osare di più.
Il lettore incapace: c'è una scena bellissima in cui Morgan Lost si ferma a scrutare il mare e da esso spuntano fuori tutti coloro che ha ucciso in vita sua. Ripeto, scena bellissima. Peccato che sia rovinata da questa voce fuoricampo onnipresente che spiega quello che sta avvenendo. Sono un lettore, lo capisco da me quello che ho davanti agli occhi, non serve spiegarmi che quelle persone rappresentano il tormento del protagonista. E ce ne sono altre di trovate del genere dove avrei preferito che a parlare fosse più il disegno che un balloon a fianco. Non c'era il detto che un'immagine vale più di mille parole?
Cosa è ancora da definire o da capire:
I nemici: c'è il sindaco della città che vive nella sua campana di vetro, il suo ufficio asettico, perché non può esporsi ad agenti patogeni, pena la morte. Un nemico che bisogna ancora inquadrare bene, ma che sembra già aver detto tutto (il pomo della discordia fra lui e Morgan Lost è la moglie di quest'ultimo).
Morgan Lost, il personaggio: se da un lato ricalca il prototipo del personaggio tormentato, riprendendo anche il miglior Nathan Never degli inizi, dall'altro lato è la riproposizione di Brendon (altro personaggio di Chiaverotti), il che non mi piace. Di lavoro fa il cacciatore di taglie, dà la caccia ai serial killer che la società idolatra e... non ne capisco bene ancora il senso. Vive in una torre/orologio dismessa, è insonne ed è appassionato di cinema. Ho bisogno di più albi per capirlo.
Nel complesso:
mi aspettavo qualcosa con più mordente, che potesse davvero colpirmi e appassionarmi (il colpo di scena dei primi due albi non mi ha entusiasmato). Così finora non è stato. L'acquisto continuerà, ma si naviga a vista.
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