Uscita: 03/03/2015
Soggetto: Gianfranco Manfredi
Sceneggiatura: Gianfranco Manfredi
Disegni: Paolo Raffaelli
Copertina: Darko Perovic
Tratto da Sito Bonelli Editore
In visita a un grande cacciatore suo amico, Adam lo trova in preda al delirio febbrile. L'uomo sostiene che una giraffa stregata lo sta perseguitando. Vero o falso? Chi è l'enigmatico arabo che si sta occupando della salute mentale del cacciatore? Intende davvero curarlo o è all'origine della sua follia? E la giovane e avvenente figlia del cacciatore, da poco giunta per assistere il padre, gli è d'aiuto o d'ostacolo? Adam si trova presto di fronte a un problema anche più difficile, quando gli incubi del suo amico sembrano diventare i suoi.
Numero 6 di Adam Wild.
TRAMA
Adam Wild, accompagnato dal conte Narciso Molfetta, necessita di una mappa particolare che segna le vie delle mosche, ovvero le strade da evitare per non incorrere nelle mosche della malaria, mappa redatta da un vecchio cacciatore europeo che abita lì in zona. Ma il cacciatore, rimasto menomato a causa di un incidente occorso durante la caccia a una giraffa, è ossessionato dalle visioni di questo animale. Sarà Adam ad "affrontare" e a porre termine all'incubo del cacciatore.
CHE DIRE?
Il tòpoi dell'affrontare il mostro in sogno e poi nella realtà credo sia un classico del fumetto. Anche in Magico Vento, a quanto ricordo, c'era un albo dove il protagonista affrontava in sogno un dio serpente dei nativi d'America (ho riscontrato molte analogie, anche perché l'autore è lo stesso), ma ci sono esempi simili con altri personaggi di altre testate. Non credo sia un tema stra-abusato, anzi penso che in questo caso sia molto suggestivo, anche perché non si può, avendo di fronte l'Africa di fine '800, evitare qualsiasi riferimento all'animismo africano o comunque a visioni oniriche di una terra rimasta selvaggia e dominata da forze ancestrali.
Per quanto riguarda i personaggi principali, a questo giro presenti solo Adam Wild e il conte Molfetta, la parte da padrone la fa come sempre Adam, relegando il conte a poche comparsate abbastanza irrilevanti ai fini dello svolgimento, quasi che le scene in cui è presente siano lì per arrivare alle cento pagine. Impressione personale, ovviamente. Adam, invece, continua a delinearsi come l'uomo giusto al posto giusto, capace di affrontare a viso aperto, e con successo, qualcosa che non appartiene né al mondo umano né alla propria sfera culturale d'origine. Rimane il personaggio più che perfetto visto negli albi precedenti.
Sebbene la trama orizzontale ristagni, questo albo vale l'acquisto perché scorre molto bene e ha delle tavole talmente affascinanti che descriverle non basta a render loro giustizia.
DISEGNI
Tavole di grande effetto e di grande impatto, appunto, soprattutto perché alcune riprendono alcuni soggetti immortalati da Dalì, famoso esponente del surrealismo. Il risultato è più che ottimo. La giraffa infuocata dovrebbe avere origine nelle leggende sudanesi, probabile che Dalì si sia ispirato a tali storie per la sua opera.
1 commento:
Me gusta che sei tornato a scrivere sul blog e me gusta che parli di Bonelli. Aspetto qualcosa su Dylan Dog, prima o poi!
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