Sesto numero di Lukas Reborn, metà di questa seconda stagione. Finora, nei numeri precedenti di Lukas Reborn, non si è mai accennato al lato temporale. Nel senso, quanto tempo è passato dal finale della prima stagione? Per non parlare del fatto che, tra i personaggi della prima stagione, sono apparsi solo coloro che hanno un lato sovrannaturale (vampiri, ridestati e via dicendo). Lukas, seguendo i frammenti dei propri ricordi, ritrova Jessica Roberti, la figlia di Bianca, personaggi umani presenti nella prima stagione. E qui, io lettore, rimango stupito perché, insieme a Lukas stesso, scopro che dagli eventi della scorsa stagione son passati vent'anni. Venti anni. Venti. Anni.
Quando pensavo di averci capito qualcosa, bam, mi ritrovo al punto di partenza e più confuso di prima. In realtà c'è qualcosa che non va in questa seconda stagione, qualcosa che forse si può attribuire ai dialoghi fumosi, pieni di non detto, di affermazioni implicite e slegate dalla trama dell'albo, come se si volesse allungare il brodo. Che poi, per carità, è naturale che l'autore non abbia tutto nella testa dall'inizio e adegui il tutto in corso d'opera, ma per me, lettore qualunque e con poche pretese, si nota e come. Quasi che questa seconda stagione potesse, almeno per ora, essere concentrata in meno albi, sicuramente meno dei dodici previsti. La sensazione è questa al momento.
Altro fattore straniante di questo albo è il disegno: Lukas appare il più delle volte con un sorriso accennato in volto, con un'aria serena nonostante abbia un inferno di pensieri in testa, e non accade nulla nell'albo che giustifichi 'sta cosa. Dov'è finito il Lukas accigliato - se non il più delle volte inespressivo - degli altri numeri?
Dopo il picco dello scorso albo, a caldo considero una ricaduta in basso questo numero sei, in linea con la prima mini-saga della seconda stagione, ovvero i primi quattro numeri di Lukas Reborn.
Si continua, certo, ma si naviga a vista aspettando qualcosa che veramente dia senso a quello che ho letto finora.
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