Il settimo albo di Reborn si intitola "I vampiri". Come già si capisce dal trafiletto di trama, Lukas riesce ad avvicinarsi alla figura del potente Smiley, diventando sua guardia del corpo e addirittura salvandolo da un attentato, aspettando il momento opportuno per ucciderlo e vendicare il vecchio Ming. Ma in questo albo non succede. Si scopre che Smiley è un vampiro da vent'anni, prima era un umano, e ha mantenuto intatta la sua sete di potere anche nella sua nuova "forma". Ed è questo che indispettisce i piani alti della comunità dei vampiri. Smiley, una sorta di ibrido fra vampiro e il peggio dell'animo umano, sta diventando pericoloso per molti. Anche per i piani alti dei ridestati, tra cui il primus Alban Vass, presente nel finale della prima stagione e artefice della morte di Wilda Belsen per mano di Lukas. Si scopre anche che Smiley ha una figlia (è lui a specificare che è ancora umana) che, anche se fra i due c'è un rapporto tira e molla fatto più di assenze che di carezze, vuole molto bene al padre e teme per la sua vita, tanto da chiedere al nostro Lukas di proteggerlo. Ironia della sorte.
Ma Lukas, in questo numero, viene anche a conoscenza del proprio passato grazie all'amante di Smiley, ma non ne rimane affatto sconvolto o comunque colpito. I nomi Jordan Black (il suo vero nome), Wilda Belsen e Magnus Belsen non gli dicono nulla. Una particolarità che ho avvertito in questo albi più di altri è che Lukas è una sorta di granello in mezzo al deserto, un granello incontrollabile in un ingranaggio più grande di lui (quindi i giochi di potere fra ridestati e vampiri) e che può fare la differenza, ma per ora è ancora lì, che aspetta di capire che fare, è quasi invisibile e in questo albo si vede poco, ma quel poco che fa è fondamentale (anche lo scontro con il cinghiale è decisamente breve e affrettato, troppo poco rispetto ad altri albi). Ed è infatti lui a salvare Smiley nel finale dall'agguato di quattro vampiri e a farlo curare, per tenere fede alla promessa fatta alla figlia di lui. L'impressione che ho avuto è questa. Quindi, in breve, questo settimo albo rimette un po' d'ordine (ovviamente non tutto, ci sono ancora molti punti oscuri e che presumibilmente saranno chiariti nei prossimi cinque albi) e spiana la strada per il prossimo albo, l'ottavo, che chiude quest'altro mini-arco di quattro capitoli, a mio parere più interessante del primo.
Sul lato disegni nulla da eccepire, molto dettagliati e d'impatto, questo stile uniformato fra i vari disegnatori rimane un punto di forza per una mini-serie quale è Lukas.
Copertina un po' atipica. A molti è piaciuta, a me non più di tanto. Il tema dell'uroboro, cioè il serpente che si mangia la coda, sta a simboleggiare la storia che si ripete, la natura ciclica delle cose (che poi è la metafora di Lukas, che rivive per la terza volta). Okay, apprezzabile, ma tutti questi elementi sulla copertina sono troppi.
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