A mio modestissimo modo di vedere, Morgan Lost (fumetto) continua anche con questo albo a oscillare fra grossi difetti e ottime trovate.
Ma andiamo con ordine.
Via il dente, via il dolore: fra i grossi difetti c'è, secondo me, l'infallibilità della profiler, il personaggio di Pandora Stillman approfondito un po' di più nell'albo numero 4. Ancora una volta riesce a identificare al millimetro tutti i tratti caratteristici del killer che va in giro ad ammazzare delle donne. Un uomo sulla quarantina, vessato dalla propria madre, che cerca di sfogarsi per la propria condizione. E il caso viene risolto già poco dopo la metà dell'albo, incentrando il tutto su quello che ritengo salvi tutta la storia, ovvero il processo all'assassino per decidere se condannarlo alla sedia elettrica o affidarlo a un programma di recupero.
Tra i difetti (o forse no) c'è ancora Morgan Lost (personaggio), poco risolutivo, poco protagonista, poco tutto, manca di spessore vero e proprio. Si potrebbe ribaltare il tutto pensando che anche il fallimento è una via per andare avanti e che il mondo non gira attorno a una persona, ma la sensazione finora è che Morgan non sia poi così fondamentale.
Tra gli aspetti positivi, invece, la terna di rapporti genitore-figlio che vede protagonisti l'assassino e sua madre, l'avvocato e la figlia e la ballerina sexy e il figlio. Storie che riguardano l'influenza del genitore sul proprio figlio, ma anche la capacità da parte di una figlia di far cambiare idea al padre (si veda l'avvocato, che ribalta le carte in tavola del processo finale), facendo giustizia e impedendo un perverso giochino di potere per lasciare impunito l'assassino.
Pagina finale che fa fare il salto di qualità alla storia, concludendosi con questa frase:
- Non dobbiamo nascondere l'amore per i nostri figli...
Un rapporto, quello genitore-figlio, che porta a tre esiti diversi e che è sicuramente la parte meglio riuscita dall'inizio della serie.
Positivo anche lo scorcio, grazie al tratto di Giuseppe Liotti, del mondo quotidiano e ucronico di Morgan Lost, con questi uffici grigi, enormi, ordinatissimi, una società che non è molto dissimile dalla nostra. Copertina superlativa di Fabrizio de Tommaso, una delle migliori finora.
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