Numero letto leggermente in ritardo, a mio modo di vedere il migliore pubblicato finora.
Ma... c'è un "ma"... e alla fine dirò in cosa consiste.
Ci sono spunti decisamente interessanti.
Innanzitutto il killer del mese, non il solito squilibrato con qualche costume strano, ma una persona comune che odia con tutto se stesso il modello classico della famiglia americana. Quel modello ideale nato negli anni '50 (epoca in cui si svolge l'ucronia di Morgan Lost), dopo la seconda guerra mondiale, e che vedeva riuniti attorno al tavolo il padre in giacca e cravatta, il figlioletto (o più di uno) ben pettinato e la madre con in mano qualche appetitosa pietanza appena sfornata. Quel modello di perfezione che poi è alla base del film Pleasantville del 1998, che forse ha qualche punto di contatto con l'albo in questione. Dicevamo, un killer che vuole porre fine a questo finto perbenismo, colpendo i nuclei famigliari nel bel mezzo di una attività tipica da famiglia riunita, quali la cena, l'attesa attorno l'albero di natale o davanti al caminetto.
Morgan riesce a catturare questo killer. Fine? No di certo. La parte migliore della storia è racchiusa nel processo all'assassino, ai suoi dialoghi fra la giovane avvocato d'ufficio (che poi si rifiuterà di difenderlo definendolo un mostro) e un'altra donna intenzionata ad intervistarlo e a divulgare i motivi, da lei ritenuti giusti, dei vari assassinii. E poi zac, plot twist finale che non mi sarei aspettato, ma che viene ben gestito e che dà senso al titolo. Abbiamo appena assistito a una storia di morte, ma allo stesso tempo anche d'amore, quel sentimento che tutto travolge e tutto distrugge (come già accennato nell'albo Sandman).
Disegni di Bufi assolutamente perfetti, certe inquadrature fanno risaltare al massimo l'atmosfera malinconica di certi dialoghi.
Però c'è un grosso "ma"...
Cambiando i nomi dei protagonisti, questo non è nient'altro che un classico albo di Dylan Dog, molti i punti di contatto:
- la poliziotta amica di Morgan, in questo numero più che mai, è l'ispettore Bloch della situazione;
- sempre lei, insiste col - da me mal sopportato - nomignolo "bell'uomo", così come Bloch usa "Old Boy" per Dylan;
- Morgan finisce a letto con l'ex-moglie dell'assassino, come appunto succede molto volentieri a Dylan Dog con le donne che incontra albo per albo;
- I pensieri tormentati del protagonista che si interroga sui vari avvenimenti, cosa è giusto e cosa sbagliato... tipico dello stile di Chiaverotti su Dylan Dog prima così come su Morgan Lost ora;
- Il finale dolce/amaro, un po' estremo, come accade in molte storie di Dylan.
Ripeto, ottimo albo sicuramente, ma di Dylan Dog di Chiaverotti mascherato da Morgan Lost di Chiaverotti.
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