30 ottobre 2011

Knights of Sidonia: differenze fra edizione italiana e giapponese

Un post un po' così, perché mi andava di farlo.

  È possibile ingrandire le immagini cliccandoci sopra.  

Knight of Sidonia (シドニアの騎士 Sidonia no Kishi) è un manga di Tsotomu Nihei, pubblicato dal 2009 sul mensile Afternoon di Kodansha, la casa editrice che ha lanciato l'autore nell'olimpo dei grandi.

In Italia è stato pubblicato praticamente tutto di Nihei da parte di Planet Manga, e così è anche per Knights of Sidonia, pubblicato nel mese di ottobre 2011 (nonostante fosse stato annunciato per maggio e poi rimandato a settembre) con queste caratteristiche: 13x18, B., 184 pp., b/n, con sovraccoperta, 5.90€.

Facciamo un confronto con l'edizione giapponese dello stesso e vediamo le differenze.
Ma prima voglio ringraziare Thx2005, validissimo collaboratore, il quale a suo tempo mi ha inviato in regalo i primi due volumi giapponesi di Knights of Sidonia, più due tomi di Afternoon, tutto a sue spese.

La prima differenza è nelle sovracopertine. A sinistra c'è quella giapponese, a destra quella italiana riconoscibilissima anche grazie al marchio Planet Manga in alto. Devo dire che qui preferisco l'edizione italiana, che ha una scritta meno ingombrante rispetto a quella nipponica. Perché coprire così tanto il disegno di copertina, dico io...
Un'altra differenza è nella carta con cui son fatte 'ste sovracopertine. Quella giapponese ha una finitura lucida, quella italiana invece no. Basti vedere il riflesso creato dal flash della mia macchina digitale. Qui non so dire quale sia meglio e quale no.

 Il retro è simile a quanto detto sopra.

Il tasto dolente è il solito: le pagine a colori.
O la Kodansha è stronza fino al midollo a non concedere nei diritti anche le pagine a colori... o è la Planet Manga che si fa fregare da un po' anni. Lo stesso "problema" (per me lo è, per altri non so) l'ho riscontrato anche nell'edizione di Dorohedoro (che è Shogakukan). Perché se poi leggi Vinland Saga, Star Comics, 4.90€, con pagine a colori, allora qualche dubbio ti viene. Pago 5.90 per ritrovarmi qualcosa di meno?! Perché? Ho provato già a inviare (due volte) una domanda all'angolo della posta di Planet Manga, ma è da Febbraio 2011 che aspetto risposta nella consueta rubrica sul sito. 
Le pagine a colori sono quattro. Non vedo perché dovrei aspettare la solita (in questo caso improbabile) edizione pornolusso a 12.90€ per avere delle pagine a colori.

La carta dell'edizione giapponese è tendente al giallognolo, quella italiana è bianca. Entrambe non sono trasparenti, o almeno lo sono pochissimo. Vanno bene entrambe da questo punto di vista.


L'adattamento grafico dei cartelli è altalenante. Alcuni sono tradotti direttamente su tavola, altri son lasciati in giapponese con sotto una nota di traduzione. Ma roba che lo stesso cartello in una vignetta è tradotto, ma nell'altra è rimasto in giapponese. Forse è Nihei che ha fatto poca attenzione, nella Sidonia son presenti sia cartelli in giapponese sia cartelli con scritte con caratteri latini, o accostamenti fra numeri giapponesi e arabi, abbastanza confusionario. Ciò non toglie che certe scritte avrebbero potuto subire un adattamento grafico decisamente migliore da quello proposto. Per fortuna le onomatopee non hanno subito quella fase di ridisegno osceno che aveva permeato Abara e NOiSE.

Per la traduzione non ho riscontrato nessuna frase contorta, ho letto capendo tutti gli avvenimenti ecc... Del resto, io non so il giapponese, quindi potrebbero anche esserci trenta errori a vignetta. Non saprei, il tutto mi è sembrato comunque scorrevole (ma forse perché conosco già il procedere della storia).
Storco un po' il naso per l'adattamento di "difensore" al posto di "guardiano" per identificare i robot. Concettualmente son la stessa cosa, questi robot sono i guardiani della Sidonia, la difendono, però se leggo difensore penso immediatamente al calcio. Guardiano sarebbe stato un compromesso accettabile.

Arakawa under the Bridge: capitoli 173-178

Arakawa under the bridge
Capitoli 173-178: Mediafire

Bambino! Capitolo 59

Bambino!
Capitolo 59 - Mediafire

25 ottobre 2011

Bix Beiderbecke

Prendendo spunto da questo post di Flying Teapot, colgo l'occasione per condividere qualcosina di questo artista. Uno di quelli morti giovanissimi e che diventano icone leggendarie. Il fatto è che ora il suo nome non dirà nulla ai più, se non il nulla assoluto.
Bix Beiderbecke mi ricorda le atmosfere create da Django Reinhardt, ma con la tromba.
Sarebbe bello avere una macchina del tempo, assistere a uno dei suoi concerti e poi ritornare a casa. Ah!

07 ottobre 2011

Recensione Anime: pareri su Gyakkyou burai Kaiji - Hakairoku hen



A quattro anni di distanza dal termine di Gyakkyou Burai Kaiji: Ultimate Survivor, 2007, finalmente va in onda il seguito, ovvero Gyakkyou Burai Kaiji: Hakairoku Hen.

La storia riprende esattamente da dove si era conclusa la prima, e fortunata, serie del nasuto protagonista. Kaiji, reduce a mani vuote dallo scontro con il presidente della Teiai, continua a sbarcare il lunario attraverso il gioco d'azzardo.
Per la serie "il lupo perde il pelo, ma non il vizio". E possiamo sostituire alla parola "pelo" le dita e l'orecchio di Kaiji, riattaccate ad hoc.
Kaiji, nonostante tutto ciò che ha passato, è rimasto un derelitto, un disperato, uno scarto della società, un senza lavoro oberato da nuovi debiti (contratti proprio per l'intervento di riattaccamento di dita e orecchio), un perenne deluso da se stesso, soprattutto a causa di promesse non adempiute con chi, nella prima serie, si era affidato totalmente alle sue mani perdendo la vita.



La svolta arriva attraverso l'incontro fortuito con Endou, l'emissario-reclutatore assoldato dalla Teiai per recuperare i debitori. Kaiji, convinto di poter ripetere l'esperienza precedente con risultato questa volta positivo, prego Endou di riprenderlo nel giro, ma viene raggirato e spedito ai lavori forzati che gli spettano in quanto ancora debitore.

La seconda stagione, a dispetto della prima, si divide in due sequenze ben distinte: il gioco a dadi sotterraneo e il pachinko infernale.
Tralasciando altri elementi della trama, è bene soffermarsi e analizzare meglio l'Hakairoku Hen.
Innanzitutto, è difficile riottenere lo stesso grado di complicità, empatia, ansia che permeava la prima serie. Nel senso che, se nella prima serie il coinvolgimento emotivo saliva alle stelle anche perché tutti quanti rischiano la vita sul filo del rasoio (anche con la morte di alcuni), nella seconda è tutto quanto opacizzato e fioco. Ripercussioni mortali non ce ne sono, c'è comunque la paura di continuare a vivere da eterni schiavi, ma il coinvolgimento non è assolutamente identico. Per intenderci meglio, c'è, ma non con la stessa intensità.
I due giochi vengono affrontati in maniera simile: c'è prima una fase di prova, poi una fase di studio molto approfondita e poi il tentativo del colpaccio a botta sicura. Nella prima serie, invece, le decisioni e i ragionamenti vengono effettuati quasi all'istante, senza possibilità di tornare indietro, col fiato maligno del tempo che fa pulsare la nuca, rendendo forse lo spettatore partecipe fino al midollo e non solo.
                                      
Non resta altro che osservare la risalita dal baratro di Kaiji, che con sottili e studiati stratagemmi riesce a ribaltare le carte in tavola a proprio favore, fino al finale che di per sé rimane soddisfacente, ottimo per concludere la serie.

L'animazione è piacevole, c'è uso discreto della computer grafica che rende bene il lancio dei dadi e i meccanismi del pachinko. Leggermente fuori luogo è la voce narrante, a volte davvero esasperante nella sua enfasi esagerata, tutto il contrario di quella calma e riflessiva incontrata in Akagi.

La colonna sonora, sempre composta da Taniuchi Hideki, fatica a trovare posto e passa quasi inosservata. Ed è un peccato perché, se nella prima serie aveva contribuito a rendere il tutto più godibile, nella seconda non adempie al suo scopo di accompagnamento.
Mal gestita l'opening, affidata ai Fear, and Loathing in Las Vegas, che non riescono a reggere minimamente il confronto con i Blue Hearts e la loro Mirai wa bokura no te no naka (il futuro è nelle nostre mani) che poi è fulcro e morale dell'intera serie di Kaiji.

Certo, in un palinsesto anime che non ha visto grandi novità e che è stato invaso da personaggi fotocopia, Kaiji è stato uno di quelli che è spiccato di più, ma rimane comunque un gradino più sotto alla prima serie. Forse perché quel fattore "novità" del 2007 non è più tale nel 2011, quindi non ha la stessa presa sul pubblico. Di per sé l'opera rimane comunque godibile, nonostante alcune puntate avrebbero potuto essere compresse in una sola (e infatti molti fan additano le opere di Fukumoto proprio per questo fattore, l'eccessiva prolissità di certi momenti).
Consigliata solo a chi apprezza l'universo Fukumotiano.

Piccola curiosità: nella opening, per pochi secondi, appare Kurosawa, personaggio di Saikyou Densetsu Kurosawa, altro manga famoso e molto apprezzato di Fukumoto.

Ti potrebbe interessare:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...