28 dicembre 2015

[Bonelli] Mister No - Il tempio dei Maya

Anche per festeggiare i quarant'anni dalla pubblicazione, il 2015 ha visto  un bel po' di iniziative dedicate al caro Mister No.
Dapprima con l'Avventura Magazine #2 a lui dedicato e ora con uno dei primi titoli per libreria interamente targati Sergio Bonelli Editore.
Mi sono fatto un regalo di Natale in anticipo, anche perché la tentazione era molto forte.



Uscita: 15/10/2015
Soggetto: Guido Nolitta
Sceneggiatura: Guido Nolitta
Disegni: Roberto Diso
Copertina: Roberto Diso
Colori: GFB Comics
Tipologia: Cartonato
Formato: 22x31, colore
Pagine: 336
ISBN 978-88-6961-013-4
Prezzo: 26
Una classica e irresistibile avventura dell’antieroe per eccellenza, il ritorno di Mister No, creato da Guido Nolitta, pseudonimo di Sergio Bonelli, in un volume prezioso e in una inedita versione completamente a colori realizzata per l’occasione!
Il ribelle, generoso, irascibile e spericolato pilota fa da guida alla spedizione del professor Warren alla ricerca di alcune misteriose rovine Maya nel profondo della giungla amazzonica. Del gruppo fanno parte anche l’amico fraterno di Mister No, Esse-esse, l’affascinante archeologa Patricia Rowland e Dana Winter, un simpatico pianista afro-americano, dal nome troppo femminile per i locali di Manaus. Saranno in molti a voler ostacolare la loro ricerca, ma alla fine il gruppo guidato da Mister No riuscirà nel suo intento, anche se ciò che troveranno lascerà tutti a bocca aperta.






Il tempio dei Maya è una storia abbastanza particolare.
Innanzitutto i personaggi che vi appaiono: oltre ovviamente a Mister No, partecipa alla spedizione anche l'amico Esse-Esse, ovvero l'austriaco Otto Kruger, come guida amazzonica aggiuntiva.
Poi c'è l'archeologa americana Patricia Rowland, un personaggio ricorrente nei 379 albi della serie regolare, iniziando da questa avventura per passare dal tragico viaggio all'isola di Pasqua fino ad arrivare alla saga di New York. Una donna forte, decisa, innamorata di Mister No, ma maggiormente del proprio lavoro.
Infine c'è Dana Winter, un simpatico musicista afroamericano sulla cui ambiguità del nome inizia a carburare la storia. Personaggio che poi riapparirà nella prima avventura di Mister No appena ritornato dall'Africa.

Il tempio dei Maya copre gli albi della serie regolare dal numero 12 (dal titolo "Tango" Martinez, da pagina 72, maggio 1976) fino al numero 15 (dal titolo Il tempio dei Maya, agosto 1976).
Graficamente parlando, la novità principale è l'aggiunta del colore. Qui sotto ci sono entrambe le versioni, in cui si nota anche l'intervento sul titolo.




Il colore... eh... devo ammettere che questo tipo di colorazione piatta a me non piace. Anche perché se l'albo è in bianco e nero, è perché il disegno è stato pensato appositamente per essere tale, con i suoi neri che fanno da riempitivo e da chiaroscuro allo stesso tempo. Un disegno pensato per il colore è differente. Tuttavia ci sono un bel po' di tavole dove il senso di fastidio, che di solito provo davanti a queste operazioni, svanisce. Pensavo peggio, però il risultato complessivo mi soddisfa.




La storia è scritta da Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli: è una di quelle storie tipiche dei primi 100 numeri che può durare anche per più albi, di solito con un lungo antefatto che racconta la quotidianità di Mister No a Manaus per poi arrivare al momento in cui viene ingaggiato come guida amazzonica, con l'avventura che ne consegue corredata anche da più eventi. Un modo anche per dare spessore ai personaggi di contorno che appaiono solo in quella storia. Guido Nolitta ha scritto tra le più belle storie di Mister No, Il tempio dei Maya è fra queste.




Ai disegni c'è Roberto Diso, onnipresente per questo personaggio: sue la maggior parte delle copertine così come le storie in più di trent'anni di pubblicazione. Un disegnatore di cui apprezzo la produzione precedente agli anni '80, dove il tratto è più sporco, "pieno", comunque adatto a tradurre visivamente l'estenuante umidità dell'area amazzonica. Successivamente il tratto si evolve e diventa molto stilizzato, si perdono molti particolari e molti personaggi si assomigliano.
Tra le colonne portanti che hanno disegnato Mister No, preferisco di gran lunga Franco Bignotti, ma questo è un altro discorso.

E poi la dimensione del libro. Un bel volumotto 22x31, bello pesantuccio, cartonato, molto simile ai volumoni di Tex editi da Mondadori. Qui in basso si può vedere la differenza con un albo regolare.
Nel complesso un'edizione niente male, che accontenta di sicuro il nostalgico.





Qui di seguito una serie di immagini riguardanti l'edizione da me acquistata.



















[Bonelli] Lukas Reborn 10 - Lo scambio

Uscita: 23/12/2015
Soggetto: Michele Medda
Sceneggiatura: Michele Medda
Disegni: Andrea Borgioli
Copertina: Michele Benevento e Lorenzo De Felici



Nel regno dei troll, Sjovkar sta portando a termine il suo piano. E, sulla Terra, Lukas non riesce a dare un volto alla nuova minaccia che arriva dal mondo dell'Oscuro. Inoltre, non sa che la Squadra Phoenix sta stringendo il cerchio intorno a lui. E sarà Bianca la prima a farne le spese...



Decimo albo di Lukas Reborn.
E c'è molto poco da dire.
Abbiamo due storie parallele che si intersecano in più punti, direttamente e indirettamente: nella prima abbiamo il troll Seymour che diventa capo dei propri simili facendo fuori a tradimento Agnarr, nella stessa modalità suggerita da quest'ultimo, ovvero puntando l'arma alle spalle per avere la sicurezza di ucciderlo. A qualcuno dei vari troll, però, non va giù la auto-nomina di Seymour a loro capo, il quale ha sfruttato a proprio vantaggio una antica profezia per avvalorare la propria posizione, quindi il tradimento è in vista. Compare anche la figura dell'Innominabile, una sorta di diavolessa, credo a capo del mondo parallelo e che a questo punto sono sicuro risulterà fondamentale negli ultimi due albi.
L'altra storia vede protagonista Lukas che vede partire l'amica ridestata conosciuta in questa stagione, una persona consapevole dell'inferno che si abbatterà sulla città a opera dei troll e per questo si allontana il più possibile. Si viene a conoscere un po' del suo passato, molto interessante, dove lei era una attrice del cinema italiano negli anni '30, in pieno regime. Successivamente Lukas, per far liberare Bianca Roberti arrestata dall'unità speciale Phoenix, si consegna spontaneamente all'agenzia.
Ritorna la simbologia dell'uroboro, il serpente che si morde la coda, metafora dell'infinito, della ciclicità della storia (un po' come è la stessa vita di Lukas che muore e risorge più volte). Ma, alla fin fine, rimane poco. Sì, un albo piacevole, che scorre bene, che serve ovviamente a preparare le carte in tavola per l'evento finale. Però restano due albi, poco meno di duecento pagine.  La copertina del prossimo numero promette bene, mi aspetto una resa dei conti finale fra tutte le creature presentate nella serie, un po' meno chiacchiere e molta più azione. E lì si tireranno le somme di questi due anni di Lukas.


20 dicembre 2015

[Bonelli] Morgan Lost 3 - Mister Sandman

Uscita: 17/12/2015
Soggetto: Claudio Chiaverotti
Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Giovanni Freghieri
Copertina: Fabrizio De Tommaso
Colori: Arancia Studio

Dalle note di un'allegra canzone affiora un essere grottesco e spaventoso, assetato di violenza, che precipita Morgan Lost in un delirio visionario. Se qualcuno intorno a voi fischietta "Mister Sandman, bring me a dream", fuggite, per la vostra vita!



Terzo numero per Morgan Lost.
Un terzo numero che mi fa vedere il bicchiere sia mezzo pieno che mezzo vuoto, dopo i dubbi nati nella storia precedente di esordio.

Se da un lato mi è sembrato un episodio riciclato di Brendon (altra creatura di Chiaverotti), con questo passaggio nel mondo onirico e delirante dei sogni e la presenza di una donna dannata, dall'altro ci sono elementi molto interessanti che servono un po' a distanziarsi dalla passata produzione di Chiaverotti, comunque rimpastando e riproponendo elementi della cultura comune, come il brano "Mr. Sandman" delle The Cordettes, fondamentale per la caratterizzazione del cattivo del mese. Un cattivo che forse sa di già visto, un condannato a morte che ritorna in forma di spirito o di sogno e colpisce nel mondo reale. Un personaggio interessante, che torna dal regno dei morti perché l'amore-ossessione verso la coprotagonista della storia non è si è mai spento, un uomo instabile che per questo ha ucciso in passato e successivamente è stato condannato alla sedia elettrica, senza affatto pentirsi dei propri gesti. Un personaggio che crea un mondo alternativo, nel quale spazio e tempo vengono stravolti e dove solo Morgan Lost saprà come destreggiarsi e alla fine vincere.
Una storia che si svolge in un mondo, come detto prima, onirico, accompagnato dalle figure dei corpi celesti, del pianeta Marte, dei buchi neri, di un mondo in rovina (che richiama la sequenza iniziale nel cinema, dove la storia d'amore è talmente potente da essere distruttiva). Un presente parallelo che si forma nel momento della scelta. L'unica cosa che non ho afferrato è se tutto quanto sia avvenuto o meno, se sia stato un sogno/incubo o la consueta e anormale quotidianità del mondo di Morgan Lost. E non voglio saperlo, è una di quelle domande che non deve trovare risposta, il dubbio deve rimanere e farmi pensare, riflettere, un dubbio che devo risolvere da solo. Un aspetto negativo, forse, è da ritrovarsi nei dialoghi, che mi son sembrati un po' forzati, poco naturali; e aggiungo anche la facilità con cui Morgan riesce a incastrare le tessere del puzzle, nel senso che indaga a botta sicura, senza incappare in vicoli ciechi o in false piste. La verbosità dei personaggi continua ad essere un elemento che non apprezzo, dato che son loro a spiegarmi passo passo ciò che sto leggendo.
Dal lato disegni, come non apprezzare un maestro come Freghieri che sforna delle tavole magistrali, potenti, dal notevole impatto e che regalano la traduzione intersemiotica del brano musicale Mr. Sandman in segni grafici.
Copertina molto ispirata e che forse risponde al mio dubbio precedente.
Nel complesso un albo decisamente buono, ma ancora con dei punti deboli che andrebbero limati.




05 dicembre 2015

[Bonelli] Adam Wild 15 - Uomini e cinghiali

Uscita: 04/12/2015
Soggetto: Gianfranco Manfredi
Sceneggiatura: Gianfranco Manfredi
Disegni: Paolo Raffelli
Copertina: Darko Perovic



Adam va a trovare il suo maestro che si è ritirato nella campagna inglese per dedicarsi ai suoi studi. Ma la Royal Geographical Society gli ha assegnato un compito gravoso: scegliere il futuro Presidente. Quale tra i tre candidati merita di più? Adam è chiamato a esprimere il suo parere. L'esame dei candidati però è assai meno tranquillo del previsto e, nel corso di una partita di caccia al cinghiale, le tensioni esplodono.


Togliamoci subito il dente.
Adam Wild chiuderà col numero 26, è ufficiale. Lo ha confermato lo stesso Gianfranco Manfredi sulla propria pagina facebook.
Parliamo ora del numero 15, dal titolo "Uomini e cinghiali".
Albo niente male e che riassume il disgusto di Adam verso certi comportamenti dei propri connazionali. Come dice il trafiletto di trama poco sopra, Adam si ritrova a dover valutare da esterno tre candidati alla carica di presidente della Royal Geographical Society, tre persone molto diverse tra loro e per questo in competizione. Il tutto ruota a una battuta di caccia al cinghiale, ma l'esito è comunque già deciso dal mentore di Adam Wild, contro il quale Adam stesso punta il dito. Dietro alla nomina del nuovo presidente, a quanto pare, ci sono interessi economici molto forti che ruotano alla città perduta nel deserto del Kalahari, citata già dal primo albo in terra inglese.
Nel frattempo il conte Molfetta e Amina scoprono che Webster, il presidente della RGS arrestato nell'albo precedente, e Manning senior hanno finto la loro morte in carcere (per sfuggire all'impiccagione ordinata dalla regina Vittoria), ignari che siano salpati verso l'Africa, sempre nella zona del Kalahari.
Ci sono un paio di siparietti fra Amina e il conte che sono niente male. Tra intrighi, doppi giochi, colpi di scena, una nuova esplorazione da portare a termine, Adam e compagni si imbarcano per l'Africa, destinazione Nigeria, sullo stesso cargo che li ha portati in Inghilterra. Una storia molto veloce, quasi che le canoniche cento pagine non bastassero a contenerla tutta, ma nel complesso molto piacevole. Merito anche del tratto magico di Paolo Raffaelli, molto dinamico soprattutto nelle scene della caccia al cinghiale. Niente male la copertina, questa volta un po' più ispirata del solito.
Il giro di boa è incominciato dallo scorso albo. Adam Wild giungerà al termine fra poco meno di un anno e alla fine si vedrà quanto è stato alto il valore del viaggio insieme a questo personaggio dal potenziale enorme, ma dalle vendite non sufficienti a prolungarne la presenza in edicola.

29 novembre 2015

[Bonelli] Lukas Reborn 9 - Il prescelto

Uscita: 21/11/2015
Soggetto: Michele Medda
Sceneggiatura: Michele Medda
Disegni: Massimiliano Bergamo
Copertina: Michele Benevento e Lorenzo De Felici



Mentre Lukas è perseguitato da strani, inspiegabili sogni in cui ricorre l'immagine di un serpente, la veggente madame Zelinda scopre che una tremenda minaccia viene dal regno dell'Oscuro: le tribù Troll sono in fermento, in attesa del Prescelto che le guiderà alla conquista del mondo degli umani...



Nono albo di Lukas Reborn.
Albo che dà il via all'arco narrativo conclusivo, ultimi quattro albi che vanno a formare la terza mini-saga all'interno della seconda stagione (quanti numeri). Lo status quo del mondo sta per essere sconvolto. Se finora abbiamo visto i vari giochi di potere fra vampiri e ridestati, l'imminente invasione del mondo umano da parte dei troll pare introdurre un evento destabilizzante per tutti, umani ed esseri sovrannaturali, si avverte qualcosa di più sostanzioso rispetto all'albo precedente. Se da un lato abbiamo l'unità speciale per il paranormale che si avvicina sempre più a Lukas, ricollegando gli avvenimenti di vent'anni prima, dall'altro lato abbiamo il troll Seymour, visto negli albi precedenti, che ci fa scoprire il mondo parallelo dei troll. Il portale che permette il passaggio da un mondo all'altro è l'occhio di Kaphal, uno specchio, un artefatto magico che abbiamo visto in passato nel quarto albo della prima stagione, "segreti". C'è una profezia che parla di un prescelto (ovviamente Lukas), ma è ancora fumosa, persino i troll credono sia solo una storiella. Vedremo. E poi abbiamo Lukas, appunto, che anche in questo albo agisce poco, salvandosi giusto nel finale con un bel combattimento e presagendo il caos imminente. Ritorna la figura del serpente, introdotta due albi fa.
Un albo di passaggio, un antipasto della piega che prenderà la serie nel suo arco narrativo finale.
Mancano tre numeri alla parole fine e spero tanto che il finale sia soddisfacente.


28 novembre 2015

[Bonelli] Morgan Lost 1 - L'uomo dell'ultima notte / Morgan Lost 2 - Non lasciarmi

Un parere più esaustivo sulla storia d'esordio di Morgan Lost, raccontata negli albi 1 e 2.





Cosa mi è piaciuto:
L'ambientazione: come scritto un mese fa, mi ritrovo in una sorta di Gotham city, palazzoni alti accompagnati da queste statue enormi e di ispirazione egizia, stessa ispirazione presente in altri elementi architettonici. Una notte perenne e piovosa che avvolge la quotidianità. Il tutto si svolge in una sorta di versione alternativa degli anni '50, una ucronia in cui Hitler è stato assassinato nel '39 e Albert Einstein è uno scrittore di fantascienza.

Bianco/nero/rosso: il Bonelli classico è in bianco e nero, a parte numeri speciali e la serie Orfani. Morgan Lost aggiunge un terzo colore, il rosso, questo perché il protagonista è daltonico e vede il mondo attraverso queste tre tonalità. Devo ammettere che nelle tavole di anteprima sia sul sito Bonelli che in altri lidi, ben prima della pubblicazione, l'effetto dato non mi piaceva affatto, però su carta stampata è tutta un'altra cosa, decisamente piacevole. Il rosso va ad evidenziare certi particolari chiave nella vignetta o comunque serve a focalizzare l'attenzione su più elementi.

Disegni: per quello che si è visto finora, i disegni sono veramente notevoli. Soprattutto le copertine, decisamente ispirate e studiate ad hoc.

I riferimenti alla società di oggi: il mondo di Morgan Lost non è poi tanto diverso dal nostro, ci sono killer seriali che vengono adorati come stelle del cinema (e lo stesso accade, in maniera morbosa, anche da noi... basti pensare all'ironia dilagante sui social su Misseri, Bossetti, i vicini di Erba o i due marò). La gente comune lavora in spazi angusti, grigi, bui, è oberata dalla burocrazia. Una società i cui difetti sono accentuati al massimo e in cui, molto spesso, ci si può riconoscere. Molto apprezzato.



Cosa non mi è piaciuto:
Il linguaggio: sarà sicuramente una politica interna della Bonelli, però in Morgan Lost nessuno impreca. Morgan Lost stesso si fa scappare un "hell" dopo aver sbandato con l'auto. Non è una reazione troppo misurata? Ci sarebbe stato bene un "merda" o "cazzo".
Poi c'è la collega poliziotta che si ostina ad apostrofare Morgan Lost con l'appellativo "bell'uomo", che mi sembra qualcosa di molto forzato, innaturale. C'è un personaggio che dice "Senza i manicaretti non te lo impalmi il mammalucco, vuoi capirlo?" che, seppur siamo in una ucronia degli anni '50, mi pare abbastanza anacronistico. Non voglio dire che un personaggio, per essere credibile, debba per forza imprecare... Mister No e altri personaggi si lasciano andare al massimo in un sentito "all'inferno", però non risultano stucchevoli. Secondo me si potrebbe e si dovrebbe osare di più.


Il lettore incapace: c'è una scena bellissima in cui Morgan Lost si ferma a scrutare il mare e da esso spuntano fuori tutti coloro che ha ucciso in vita sua. Ripeto, scena bellissima. Peccato che sia rovinata da questa voce fuoricampo onnipresente che spiega quello che sta avvenendo. Sono un lettore, lo capisco da me quello che ho davanti agli occhi, non serve spiegarmi che quelle persone rappresentano il tormento del protagonista. E ce ne sono altre di trovate del genere dove avrei preferito che a parlare fosse più il disegno che un balloon a fianco. Non c'era il detto che un'immagine vale più di mille parole?




Cosa è ancora da definire o da capire:
I nemici: c'è il sindaco della città che vive nella sua campana di vetro, il suo ufficio asettico, perché non può esporsi ad agenti patogeni, pena la morte. Un nemico che bisogna ancora inquadrare bene, ma che sembra già aver detto tutto (il pomo della discordia fra lui e Morgan Lost è la moglie di quest'ultimo).

Morgan Lost, il personaggio: se da un lato ricalca il prototipo del personaggio tormentato, riprendendo anche il miglior Nathan Never degli inizi, dall'altro lato è la riproposizione di Brendon (altro personaggio di Chiaverotti), il che non mi piace. Di lavoro fa il cacciatore di taglie, dà la caccia ai serial killer che la società idolatra e... non ne capisco bene ancora il senso. Vive in una torre/orologio dismessa, è insonne ed è appassionato di cinema. Ho bisogno di più albi per capirlo.


Nel complesso:
mi aspettavo qualcosa con più mordente, che potesse davvero colpirmi e appassionarmi (il colpo di scena dei primi due albi non mi ha entusiasmato). Così finora non è stato. L'acquisto continuerà, ma si naviga a vista.


14 novembre 2015

[Bonelli] Adam Wild 14 - Incendio alla zoo

Uscita: 05/11/2015
Soggetto: Gianfranco Manfredi
Sceneggiatura: Gianfranco Manfredi
Disegni: Darko Perovic, Luca Casalanguida e Marcello Mangiantini
Copertina: Darko Perovic



Un raro esemplare di tigre bianca viene fatto scappare dalla sua gabbia nello zoo di Londra. Un killer provocatore approfitta del caos per far perdere le proprie tracce. Per Adam e Amina è difficile poter distinguere tra amici e nemici. Ogni giorno e ogni notte, nella capitale britannica li aspetta una nuova imboscata. Narciso, intanto, studia le carte di un'esplorazione leggendaria e altrettanto fitta di misteri...



Quattordicesimo albo per Adam Wild.
Letto un po' in ritardo (ho avuto una settimana impegnatissima), espongo brevemente i miei pensieri.
Si continua dall'albo precedente, quindi siamo ancora a Londra, con i nostri protagonisti ognuno alle prese con i propri problemi, sia vecchi che nuovi. Le foto che ritraggono Amina vengono distrutte da un uomo misterioso in un incendio nello zoo, stesso incendio dove muore l'artefice di tali foto, quel fotografo dello zoo che nell'albo precedente e in questo ha cercato di vendere l'esclusiva al miglior offerente. Nella fuga, l'assassino libera una tigre bianca che semina il panico nel parco naturale. A parte questo mini-riassunto delle prime pagine, c'è una bella evoluzione dei personaggi. Partiamo da Manning senior, introdotto nello scorso albo, che ribalta la situazione e mette in castigo il figlio. Nel frattempo si sbarazza anche del corpo del maggiordomo ucciso proprio da lui in un momento di estrema rabbia. Verrà poi gabbato dal nostro conte italiano.
Poi c'è il conte Narciso Molfetta, appunto, che, per dimostrare di non essere l'assassino del fotografo, porta il giornalista accusatore in un bordello le cui "masseuse" ne confermano l'alibi. Il conte, che nello scorso albo si era definito fieramente casto e illibato, qui dimostra che ha ceduto al richiamo della carne (che si sa. è debole). Molto particolare, questo fatto, perché assomiglia molto a certi scandali usciti di recente dal Vaticano. Infine abbiamo Amina, ancora una volta una donna forte, orgogliosa, che assieme ad Adam affronta la tigre prima citata, uccidendola. Quasi come se la tigre fosse il simbolo dell'incrinatura del loro rapporto, che a Londra si era inzuppato malamente di segreti da parte di entrambi. Senza dimenticarla, sempre Amina, a colloquio con la regina Vittoria nelle pagine finali dell'albo, chiedendo a quest'ultima di abolire gli zoo umani, e fra le due si intravede anche una certa complicità tutta femminile. Infine c'è Adam, alle prese con gli interessi economici (e di facciata) della Royal Geographical Society. Tuttavia si partirà alla ricerca della città perduta accennata nell'albo precedente, ma allo stesso tempo si apre lo scenario storico della guerra boera. Particolarità grafica dell'albo è la divisione fra tre disegnatori diversi, questo perché Perovic non è riuscito a finire nei tempi e quindi sono intervenuti due altrettanto validi artisti del fumetto. Risultato interessante.
La nota stonata, almeno per me, rimane la copertina. Forse c'è qualcosa di strano nella posa della tigre e nella prospettiva, ma è anche la colorazione digitale che non mi convince.
Si dice in giro che Adam Wild (fumetto) terminerà col numero 26. Non c'è ancora l'ufficialità della notizia, ma vorrei tanto che rimanesse solo una voce di corridoio.



25 ottobre 2015

[Bonelli] Lukas Reborn 8 - Doppio gioco

Uscita: 23/10/2015
Soggetto: Michele Medda
Sceneggiatura: Michele Medda
Disegni: Werner Maresta
Copertina: Michele Benevento e Lorenzo De Felici



Bianca, ignara della presenza di Lukas in città, lavora per Moran, avversario di Smiley nelle elezioni. E Smiley è pronto a qualunque cosa per eliminare Moran. La competizione tra i due diventa una mortale partita a scacchi, e Bianca vi si trova inaspettatamente coinvolta. Solo Lukas può salvarla...



Ottavo albo decisamente interessante per vari fattori. Innanzitutto nello stesso albo convivono tre storie diverse, di cui solo due alla fine si intersecheranno, mentre la terza fa presagire qualcosa di grosso che avverrà negli ultimi quattro albi della serie. Ma iniziamo dalla prima storia che riguarda i giochi di potere fra Smiley (un vampiro che agisce contro i vertici della propria specie e che è intento nella scalata politica nella società umana) e i piani alti dei ridestati (Alban e soci vari), facendo ruotare il tutto attorno a uno scandalo da insabbiare, per Smiley, o da far venire alla luce, per i ridestati. Ritorna un personaggio "secondario" della prima serie, ovvero Bianca Roberti, con vent'anni in più, invecchiata il giusto, pedone inconsapevole di questa guerra politica e non solo fra vampiri e ridestati. La seconda storia vede protagonista Lukas, banale ovvietà, che agisce ancora una volta da variabile impazzita nell'equazione. Inizia con l'aiutare l'amico Ednar, incontrato nell'albo numero 5 (Il traditore), alle prese con degli scagnozzi di un criminale della zona. Dopo passeggia per la città, piena di esseri umani apatici, spenti, arrendevoli e forse, mia interpretazione, i veri mostri son quelli dentro di noi, che si abbandonano alla disperazione, quelli che dopo essere caduti non si rialzano. O almeno io l'ho intesa in questo modo. E poi il suo cammino si intreccia nuovamente con quello di Bianca Roberti, salvandola dall'aggressione di due vampiri mandati per recuperare dei file compromettenti per le elezioni di Smiley e per uccidere eventuali testimoni. Grazie all'intervento di Lukas, lo scandalo vien fuori, ma non con gli esiti sperati dai ridestati. Anzi. Si rivela una sorta di boomerang e la gente, forse andando a parafrasare un po' il Berlusconismo sfrenato o comunque il fanatismo del partito di appartenenza, difende l'operato di Smiley, ora dato in vantaggio nei sondaggi.
E poi c'è la terza storia, che non si collega affatto alle altre due. Torna la sezione sul paranormale alle prese con il troll Seymour già visto nell'albo Troll della prima stagione. Si fa riferimento, sempre della prima stagione, al zanzarone del secondo albo e al mostro deforme del terzo. Senza dimenticare che i troll si stanno preparando ad invadere il mondo umano. Ed è l'avvenimento che potrebbe ribaltare tutto negli ultimi quattro albi, una sorta di Royal Rumble fra tutti o quasi i mostri visti finora, una sorta di resa dei conti finale dove Lukas sarà fondamentale. 
Inutile dilungarsi sui disegni, sempre ottimi. Finirei col ripetermi.



22 ottobre 2015

[Bonelli] Morgan Lost 1 - L'uomo dell'ultima notte

Uscita: 20/10/2015
Soggetto: Claudio Chiaverotti
Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Michele Rubini
Copertina: Fabrizio De Tommaso
Colori: Arancia Studio

Due parole sul primo numero di Morgan Lost, uscito pochi giorni fa per Sergio Bonelli Editore.

Alcune cose mi sono piaciute, altre meno.
Ottima l'ambientazione (una Gotham 2.0, ma le cui ragioni architettoniche sono sbolognate in una frase), interessante Morgan in quanto personaggio dannato e pieno di rimorsi e ossessioni (e qui si riallaccia al miglior Nathan Never), mi piace anche lo show-biz dietro i serial killer.
Storco il naso per qualche spiegone di troppo fra i nemici e Morgan stesso, togliendo ogni sottinteso, ogni silenzio rivelatore, come se il lettore non capisse e per "bell'uomo", espressione che a pelle, ripetuta più volte, mi dà fastidio (anche PK apostrofava Xadhoom con Occhi Belli, ma non dava fastidio). Oddio, parlano in maniera forse anche troppo marcata per essere una versione alternativa degli anni '50, però boh. Per dire, anche Saturno contro la Terra, uscito negli anni '30-'40, ha dei balloon più scorrevoli. Conosco poco, l'essenziale, dello stile di Chiaverotti, a volte mi ha convinto e altre meno. Ma qui siamo di fronte a un qualcosa di nuovo e io, da semplice lettore qualunque, voglio comunque dargli fiducia.
Sono sorpreso per la colorazione. Le pagine in digitale rendono poco, ma stampate sono tutta un'altra cosa. Seppur ci sia dietro una colorazione digitale che su schermo mi dà i nervi, su carta stampata non mi fa lo stesso effetto e quasi lo apprezzo.
Citazioni da ogni dove, sia grafiche che narrative, alcune anacronistiche seppur parliamo sempre di anni '50 alternativi (vedi la maschera del coniglio di Donnie Darko e il comic sans fra i titoli di coda al cinema, però ci sono i telefonini e vabbè, si chiama ucronia).

Detto questo, per me l'albo è promosso, ma con riserva. Anche perché questa prima storia si concluderà nel secondo volumetto e quindi il giudizio vero e proprio è rimandato di un mese. O di tanti altri mesi. Come serie mi incuriosisce, il personaggio anche e credo che sostituirà ufficialmente, tra le mie letture, la seconda stagione di Lukas che terminerà a breve.




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