07 novembre 2016

[Bonelli] Adam Wild 26 - Addio alle armi [ultimo albo]

uscita 05/11/2016

Soggetto: Gianfranco Manfredi
Sceneggiatura: Gianfranco Manfredi
Disegni: Laci
Copertina: Darko Perovic

Gli amici di Adam sono in allarme. È giunta voce che sia stato catturato e imprigionato dall'esercito britannico come traditore della patria, e che sia in attesa di fucilazione. C'è poco tempo per salvarlo. Non è nemmeno certo il luogo della sua detenzione, ma una spiata lo segnala in un castello di Città del Capo, sotto la diretta sorveglianza di Lady Winter. E il piano di liberazione scatta!



Ed eccolo qui, l'ultimo albo di Adam Wild. SEGUONO SPOILER.
Dopo gli eventi dello scorso albo, Adam si consegna all'autorità di Gertrude Winter per evitare rappresaglie sugli schiavi liberati e viene imprigionato in un luogo segreto. Imbeccati da un esponente della massoneria, Amina e gli altri si intrufolano nella fortezza in cui pare sia imprigionato Adam, ma questi è imprigionato altrove e viene liberato, in maniera fortuita, il redivivo Frankie Frost.
Gli amici di Adam vengono imprigionati nel vero luogo di detenzione di Adam, cioè una nave ancorata al porto, dove il Nostro raccoglie le ultime energie, nonostante sia pesantemente sedato, si libera e affronta per l'ultima volta l'acerrimo nemico Frost.
Adam e i suoi amici scappano e, gabbando anche anche la massoneria, si riuniranno nel finale agli schiavi liberati.

Bel numero, ben raccontato e ben disegnato.
Fa riflettere il dialogo fra Adam e l'amico Nomvula, a capo degli schiavi liberati, dove lo scozzese si congeda dall'africano dicendo che lui è uno che passa e va, che la sua perdita non è importante per la causa. Quasi a smettere i panni del classico liberatore bianco, perché questo è stato Adam Wild finora, mettendo tutto nelle mani di chi la privazione della libertà la vive quotidianamente.
Notevole è lo scontro finale, la resa dei conti con Frankie Frost, come nella tradizione dei duelli risolutivi, assolutamente a mani nude. Certo, un po' sbrigativo, ma d'impatto (letteralmente parlando). Può stupire che Adam torca il collo al suo nemico, uccidendolo una volta per tutte, può stupire se rapportato a una moderna sensibilità sull'assassinio e sulla vendetta, ma è così che girava il mondo, nessuno fra i comprimari presenti si ribella al suo gesto e il corpo di Frankie, osso duro fino all'ultimo, giace senza vita nella stiva di una nave.
E si chiude col gruppo, finalmente riunito dopo vari vicissitudini, che parla di passato, presente e futuro. Tante chiavi di lettura per questo finale, tra le quali io ci vedo un commiato verso i lettori e allo stesso tempo un arrivederci, sicuramente una quadratura del cerchio agli eventi onirici accaduti nell'albo 21 (La medusa immortale), eventi che fanno riflettere Adam spingendolo a ricongiungersi con i ribelli e gli schiavi liberati al grido di Usuthu, il grido di guerra degli zulu.
Con Usuthu si apre l'albo e sempre con Usuthu si chiude l'epopea di Adam Wild.

Che dire?
Ho letto molti pareri in rete.
A certe persone non è piaciuta dall'inizio, personaggi poco caratterizzati e ambientazione sconosciuta quanto poco interessante.
Ad altri, tra cui il sottoscritto, la serie è piaciuta per l'esatto opposto.
La verità? Non ce l'ha nessuno, quando si entra nei meandri dei gusti personali non se ne esce più e si sfocia nell'insulto.
Personalmente parlando, in questi ventisei mesi di pubblicazione ho potuto leggere un'opera degna di nota, con molti alti e pochi bassi; con una scrittura agile e senza fronzoli narrativi di sorta; con una pletora di personaggi particolari e ben realizzati; con colpi di scena e ribaltamenti di fronte; con un protagonista che ricorda forse il Tex prima maniera, cioè spicciolo, sbrigativo, dal grande intelletto e dalla mira infallibile. Una serie in cui la parte da padrone la fa l'Africa, il continente nero, iscritta in uno scenario storico ottimamente documentato e, entro certi limiti, con molte analogie con ciò che avviene nel mondo moderno fra guerre, integralismi e affaristi spietati.
Una serie a cui, a parte l'indiscussa bravura dell'autore che apprezzo tantissimo nonostante non condivida certe sue sparate sulla propria pagina Facebook su qualsiasi argomento, va riconosciuta la bravura del parco disegnatori, fra italiani, slavi e brasiliani, molti dei quali alla prima esperienza in Bonelli (ma non nel mondo del fumetto) e che rivedremo su altre testate in futuro.
Poi si potrebbe accennare al perché il mercato non abbia ben accolto questa serie, se è colpa delle copertine poco ispirate, se è colpa dell'ambientazione, se è colpa della pubblicità assolutamente nulla da parte della casa editrice se poi si fanno i paragoni con serie quali Dragonero e Orfani (sicuramente meritevoli) e Morgan Lost (che per ora non ha una vera e propria identità) che hanno avuto un battage pubblicitario meglio mirato e meglio realizzato, o comunque definibile tale. Ma, tolto questo, la serie potrebbe tornare? Date le ultime proposte Bonelli, tra cui storie inedite di Napoleone, Magico Vento e Mister No in lavorazione, ma anche di mini-serie quali Greystorm (però qui il discorso è leggermente diverso), la speranza che Adam Wild possa ritornare anche sotto forma di speciale o mini-serie c'è.

E mi congedo da Adam col grido di guerra degli zulu, che già di per sé racchiude il finale perfetto della serie: Usuthu!

Nessun commento:

Ti potrebbe interessare:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...