23 ottobre 2016

Itañol, quando italiano e spagnolo fanno a spallate...

A fine maggio ho lasciato un intervento su questo blog in cui asserivo di andare in ferie.
Più o meno.
Sono stato tre mesi in Spagna per lavoro, ma più che altro per migliorare la lingua, dato che la studio.
Non dico precisamente in quale città, ma sono stato nella regione dell'Andalusia, sudovest della penisola iberica, regione in cui si parla uno spagnolo un po'... come dire... un po' ostico, almeno agli inizi. Per dare una idea, anche se molto sommaria, lo spagnolo andaluso è come se fosse l'italiano calabrese o toscano, più che altro perché anche nell'andaluso si è soliti mangiarsi vocali, consonanti e suoni vari durante la pronuncia. Per non parlare dell'uso strettamente regionale di alcuni termini, verbi e strutture grammaticali.
Ma, tolto questo, il fatto è che dopo tre mesi di permanenza in Spagna, una volta ritornato in Italia, mi sono accorto di quanto fosse peggiorato il mio italiano parlato (per l'italiano scritto, invece, mi sembra vada tutto liscio).
Non è inusuale che, parlando tranquillamente con amici e conoscenti, mi sfugga qualche parolina in spagnolo o qualche parolina in finto italiano. Qui entra in campo l'Itañol, cioè questa commistione fra spagnolo e italiano piena di errori. Oltretutto, nonostante il fenomeno di mutua intelligibilità, italiano e spagnolo non sono lingue poi così simili fra loro come spesso si crede.

1) Salir
Chi studia spagnolo lo sa, "salir" è uno dei tanti falsos amigos (false friends in inglese, falsi amici in italiano), cioè quelle parole straniere che assomigliano molto a un'altra nella propria lingua d'origine, ma con un significato differente.
Nello specifico, salir = uscire. Perché poi salire = subir (e quindi altra confusione).
Se voglio dire che mi piace uscire di sera, direi che me gusta salir por la tarde.
E mi è capitato di parlare con gli amici e dire "ma oggi chi sale?", volendo chiaramente intendere "ma oggi chi esce?".

2) Tener
Chi è del Sud, vabbè, forse ci è abituato.
Il verbo tenere si usa molte volte al posto di avere, suonando il più delle volte come una espressione dialettale, rozza, da persona poco acculturata. Sicuramente è un rimasuglio di quattro secoli di dominazione ispanica, però così è e così rimane.
Mi è capitato di dire "tengo da fare" al posto di "ho da fare". Lo stesso capita col verbo "stare".

3) Ya está
Espressione onnipresente nello spagnolo parlato, vuol dire grossomodo "okay", "va bene così", "ecco fatto", ma ha tante sfumature in base al contesto che le due precedenti proposte di traduzione non soddisfano a pieno.
E niente, continuo a usarlo a fine frase... troppe volte.

4) Vale
Come prima, è una espressione che significa "okay", "", "va bene", sempre in base al contesto. In Spagna si una sempre. Me lo porto ancora dietro.

5) Diferente
Invece di dire "diverso" dico "differente", che è praticamente simile allo spagnolo "diferente", con una F. Per carità, "differente" si usa in italiano, nulla di male, ma "diverso" ha una frequenza d'uso più alta e alcuni miei compagni di studi si sono accorti di questa mia peculiarità nell'usare "differente" praticamente sempre.

6) Tampoco
Tampoco vuol dire neanche/nemmeno.
Non riesco più a usare neanche quando parlo, è più forte di me.
Amico: - Puoi scambiarmi dieci euro?
Io: - No, non ho abbastanza spiccioli.
Amico: - Nemmeno cinque euro?
Io: Tampoco.


Ci sono tante altre espressioni miste spagnolo/italiano che faticheranno a scomparire dal mio parlato, ma mi limito a quelle sopra riportate.
Vivere all'estero, o comunque in un ambiente dove non si parla la propria lingua d'origine (vale anche per l'Italia stessa con tutte le sue varianti regionali), cambia di molto il proprio modo di comunicare a voce. Un bene? Un male? Né uno e né l'altro, è semplicemente un qualcosa di naturale, istintivo, quasi una forma di adattamento per sopravvivere in terra straniera. Perché poi sorridiamo quando sentiamo certi italo-americani con i loro accenti farlocchi e le espressioni finto-italiane inventate al momento (Buddy Valastro docet), ma è normale, è così, è una naturale, quanto simpatica, evoluzione della lingua.



Nessun commento:

Ti potrebbe interessare:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...