
Morgan Lost, che dire a riguardo?
Claudio Chiaverotti, autore del precedente Brendon e di molte storie di Dylan Dog, ritorna con un una nuova serie per la Sergio Bonelli Editore.
Morgan Lost è un personaggio che forse, per chi ha già letto altre testate Bonelli e non solo, sa di già visto: un musone afflitto dai sensi di colpa che trova la valvola di sfogo personale nel proprio lavoro, cioè il cacciatore di taglie. Forte somiglianza, quindi, col Nathan Never degli esordi che ha fatto innamorare migliaia di lettori, ma il tutto in una salsa "dylandoghiana".
E non poteva essere altrimenti, dato il curriculum dell'autore.


Ma ritorniamo alla salsa "dylandoghiana" prima citata, dov'è? È nelle storie, è dentro le molteplici analogie fra Morgan e Dylan (la più evidente è l'andare a letto con chiunque), è dentro il confine labile fra realtà e sogno, è dentro certi avvenimenti che esulano dal razionale. Quindi seconda nota dolente.
I serial killer: beh, è una bella trovata. Anche perché è estremamente attuale e vera. In questa realtà alternativa, i serial killer sono delle vere e proprie superstar (ma lo sono anche da noi, in una certa misura), con taglie al rialzo e con tutto un apparato mediatico che tiene informato il pubblico estasiato dalle loro azioni, quasi fosse un reality show. Per ora sembrano esserci due nemici "fissi", anche se finora si son visti poco, ovvero il sindaco e Wallendream. Staremo a vedere nei prossimi albi come si evolveranno questi personaggi.

Ma finora com'è Morgan Lost (fumetto), dopo dodici numeri?
Difficile rispondere con una risposta secca e decisa, anche perché non mi pare né un capolavoro incredibile né una ciofeca immonda. È un fumetto che sa di già visto, d'accordo, ma di tanto in tanto può regalare ciò che tutti i lettori cercano da un fumetto, ossia intrattenimento. Un intrattenimento che dal punto di vista delle storie è altalenante, ma che può vantare un parco disegnatori invidiabile, a partire dal copertinista Fabrizio de Tommaso che è una gioia per gli occhi. La tricromia, caratteristica peculiare della serie, per me ha molti alti e bassi, a volte è messa lì un po' a caso, altre volte invece migliora la sequenza di vignette.
La consiglierei a qualcuno, questa serie? Sì, perché in fondo si lascia leggere nonostante le tante ingenuità presenti e certe trovate riproposte per l'ennesima volta. Forse è una serie più adatta a qualcuno che ha letto poco in vita propria, sicuramente capace di stupirsi per ciò che è già stato raccontato in altre testate.
2 commenti:
Sensei, se ti può interessare in edicola c'è L'Ispettore Coliandro - Coliandro Indaga. La serie tv è una delle più belle serie tv italiane di sempre!
Urca, non sapevo.
Provvederò quanto prima, la serie tv mi aveva sorpreso in positivo.
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