03 febbraio 2017

Il fansub delle serie giapponesi è morto

D'accordo che negli ultimi due/tre anni anni, o anche di più, mi sono allontanato volontariamente dal sotto-mondo delle scan e del fansub (intendo come fruitore), ma solo ora mi accorgo che il fansub delle serie giapponesi è praticamente morto.
Essendo stato per un tempo relativamente lungo anche dalla parte di chi "produce", nella fattispecie le scan dei manga, conoscevo anche il funzionamento del fenomeno parallelo del fansub delle serie anime, tutte le fasi di lavorazione e via dicendo.
Ci sono arrivato con due anni di ritardo.


Senza nascondersi dietro un dito, sottotitolare un anime non è per nulla semplice e può risultare lungo e tedioso, a mio parere anche di più rispetto al processo similare che c'è dietro alle scan (che comunque mica scherza). Quindi, per dire, non è da tutti.
Il fansub di serie giapponesi in Italia è nato grossomodo agli inizi degli anni 2000, grazie anche a una maggiore diffusione e velocità delle linee internet, da quei bambini che negli anni '80 e '90 sono cresciuti con i cartoni animati del Sol Levante, imparando a conoscere indirettamente, anche se in maniera a volte edulcorata da una traduzione del doppiaggio troppo frenata, un paese affascinante ed esotico. Quei bambini, una volta cresciuti, da autodidatti hanno portato in Italia, in maniera ovviamente non legale, tante serie animate snobbate sia dalle televisioni nostrane che dai canali di distribuzione home video.

Poi si sa come sono andate le cose, non serve rinarrare a grosse linee la storia del fansub in Italia.
Ma... ma... ma... il punto "debole" su cui si reggeva il tutto, e qui il discorso comprende sia le scan che il fansub, era l'illegalità data dall'infrazione del diritto d'autore. Possiamo raccontarci tutte le favoline dal caso, come sempre si è fatto in questi casi, che lo si fa per passione, che il fenomeno amatoriale fa scoprire le nuove serie che verranno acquistate ufficialmente ecc... ecc... aria fritta e strafritta. Ma l'illegalità rimane, oltretutto che il fansub basava la propria caratteristica sulla condivisione di materiale video con i sottotitoli impressi, i famosi Hardsub.
Quello che faccio io con Son of Zorn, per esempio, si chiama Softsub, cioè rilascio solo il file di traduzione, un semplice quanto banale file .txt. Il compito di "violare" la legge reperendo la puntata in questione da internet ricade sullo spettatore che si serve del sottotitolo. Il softsub rientra in una zona grigia della legalità che ancora faccio fatica a capire bene: si parla di infrazione del diritto di traduzione (QUI dovrebbe essere spiegato meglio), ma alla fin fine il verdetto qual è?
Ma vabbè, semplifichiamo enormemente il discorso dicendo che il softsub è "legale"... ma di certo l'hardsub, prerogativa del fansub, è (era) totalmente illegale.
In entrambi i casi, comunque, il fansub ha avuto successo perché gratis. E gli utenti sono stati abituati ad avere tutto e subito senza spendere nulla.
Ed è più o meno ciò che è successo con Steam, la piattoforma digitale di videogiochi per pc, che ha dato una grossa sferzata ai giochi piratati. Un gioco originale e a prezzo irrisorio batte lo stesso gioco piratato, gratuito, ma pieno di errori e crack varie.

Anche se ora poco attivo, fino a pochi anni fa era bello vispo il forum RecensubsHQ, un indicatore della qualità del fansub nostrano. All'interno vi discutevano i componenti dei maggiori gruppi di fansub italiani, ma anche utenti e fruitori in genere, andando anche a scambiarsi consigli e soprattutto pareri e recensioni di vari gruppi all'epoca attivi. Notevole la vena sarcastica con cui venivano perculati pesantemente quei fansub che nascevano come funghi e che erano formati da minorenni sgrammaticati. Ma lo stesso, nel senso dei gruppi che nascevano come funghi, accadeva anche per le scan... con la differenza che mentre i gruppi di fansub scarsi si estinguevano dopo poco tempo per manifesta incapacità, i gruppi di scan nati nello stesso modo continuano ad esistere e a rimanere ugualmente scarsi tutt'oggi.
Ritornando al discorso, il forum di Recensubs ha visto pian piano calare l'attività, anche perché hanno chiuso i battenti, hanno gettato la spugna, si sono arresi anche i gruppi fansub di un certo livello. A quanto pare, le persone più in gamba sono state reclutate dai vari canali ufficiali italiani. Da ricordare anche la regola non scritta sull'etica del buon fansubber, cioè interrompere qualsiasi serie in lavorazione non appena in Italia ne venivano acquistati i diritti. Sempre illegale rimaneva, ma almeno c'era una parvenza di etica e così si è andati avanti per molto tempo.
Ricordo col sorriso un gruppo in particolare che seguivo assiduamente, gli Omoshiroi, che subbarono le due serie di Kaiji e quella di Akagi, sicuramente prodotti che mai si vedranno ufficialmente in Italia. Ma ora è tutto finito e il sito degli Omoshiroi è scaduto da anni.

Che poi, alla fine, cosa è successo? Grossomodo quello che si auguravano molti quando il fenomeno amatoriale era al suo apice, cioè un sistema assolutamente legale che facesse risultare obsoleto e inutile quello illegale. E così è stato.
Tanti sono i servizi di streaming legale presenti in Italia, ne cito giusto quattro fra quelli che conosco, ma ce ne saranno sicuramente altri:

VVVID - link
Popcorn TV - link
Crunchyroll - link
Yamato Animation - link

L'unico inconveniente vero e proprio è che delle serie proposte vengono acquistati i diritti di pubblicazione, e questi diritti prima o poi scadono dopo qualche mese, quindi... ma forse siamo stati abituati ad avere tutto e subito, non riusciamo ad essere veramente obiettivi sulla questione e vediamo la cosa come un problema.

Questi servizi hanno dato quindi una alternativa valida, gratuita, legale, sicura, comoda e soprattutto professionale. Perché è inutile che ci giriamo attorno, la traduzione amatoriale, per quanto fatta bene, rimane amatoriale e non può essere preferita a un lavoro di un professionista (anche se, per esempio su VVVVID, ho notato molti errori di punteggiatura e qualche verbo avere senza H).
Per carità, ci sono casi e casi di errori di professionisti (The Big Bang Theory) e di grandi capacità di adattamento dell'appassionato (Bojack Horseman), ma anche il traduttore amatoriale, quello che si erge a paladino della passione, sbaglia spesso e volentieri. QUI, per esempio, gli esempi lampanti.
Per dire, anche il mio lavoro su Son of Zorn è quello che è. Se mai un giorno ci dovesse essere una versione ufficiale, è normale scegliere un prodotto curato da dei professionisti, cosa che io ancora non sono. Poi ci faremo tutte le seghe mentali con tutti i confronti del caso, dove la traduzione amatoriale risulterà migliore, ma non sempre è così.

La conclusione, dopo questo discorso disordinato, è che il fansub delle serie giapponesi in italiano, che si basava principalmente sull'hardsub, è praticamente morto (o al massimo agonizzante).
Invece, il "fansub" delle serie tv anglofone è più vivo che mai e continua a crescere perché ha sempre puntato sul softsub, basti vedere i tanti team di traduzione che nascono dal nulla ogni tanto. Anche se sono curioso di capire come evolverà il pubblico nei prossimi anni in relazione ai servizi di streaming analoghi a quelli prima citati, ma di più ampio respiro, tipo Netflix e Amazon Prime Video, e che sono l'alternativa vera e propria ai softsub delle serie tv anglofone.

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